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Immagine del redattoreFiliberto Ciaglia

La grande bufera del '56


A distanza di oltre sessant'anni, l'inverno del 1956 rimane nei ricordi degli abruzzesi il più rigido della storia regionale del '900. I mesi di dicembre e di gennaio del 1955, tuttavia, trascorsero senza nevicate di rilievo nei borghi del territorio, ove le temperature medie furono addirittura superiori alla norma.


Tra gennaio e febbraio, però, il gelo siberiano investì l'intera penisola provocando un brusco calo termico e, successivamente, le nevicate più abbondanti che si ricordino nella nostra ed in altre regioni italiane. Si pensi che la minima registrata a Roma fu di -6 gradi ed a Palermo e Messina si mantenne sullo 0 per settimane; in Abruzzo il manto nevoso ricoprì paesi e città bloccando le strade e rendendo possibile, per quanto complessi, i soli trasporti su rotaia.


Luco dei Marsi. La neve arrivò a toccare i balconi delle abitazioni. Fonte: AQ Caput Frigoris

A Pescara caddero addirittura 40 cm di neve, le valli interne ed i paesi adagiati sui pendii montuosi furono ricoperti da metri e metri di bianco, molte famiglie riuscivano ad uscire dalle proprie abitazioni attraverso i balconi o scavando dei tunnel nella neve ghiacciata, nel Fucino si arrivarono a toccare i -32 gradi di minima e si registrarono diverse vittime a causa di crolli di tetti dovuti al peso del manto nevoso o per via delle innumerevoli valanghe verificatesi.


I vicoli dell'Aquila a tormenta finita.

Dalla prima metà di marzo la situazione iniziò a tornare lentamente alla normalità, quando una struttura anticiclonica avvolse la penisola riportando le temperature a valori quasi primaverili e sciogliendo le nevi, che riempirono le sorgenti sparse tra le numerose valli e vallette del territorio. Ai nostri occhi è difficile immaginare il disagio provocato da un tale isolamento, in un periodo nel quale le comodità che oggi invadono prepotentemente le esistenze di tutti erano ancora lungi dall'essere alla portata di tutti.

Provate a chiedere ai vostri nonni della grande bufera del 1956.

Che vengano da un paese sulla costa, dalle colline o dalle più alte e ormai pressoché spopolate rocche appenniniche, aspettatevi in ogni caso una straordinaria storia da ascoltare davanti ad un bel fuoco.

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